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Nulla di nobile nella monogamia

Certo, non ci piace ammetterlo, nonostante l'evidenza, ma 7 miliardi di scimmie più o meno senzienti sparse per il globo non passano certo inosservate. Al che sorge una domanda: a parte i pinguini notoriamente conosciuti, quale altra specie di animale condivide l'intero arco di vita con un solo compagno, senza il bisogno di riprodursi ovunque come fanno invece gli esseri umani?
C'è anzitutto un  famoso uccellino chiamato inseparabile proprio perchè forma coppie stabili per tutta la durata della vita, ma, allontanandosi dal mondo dei vertebrati, gli esempi non mancano di certo, come le termiti, o formiche bianche, la cui regina sceglie sempre lo stesso maschio per l'accoppiamento.
Prima però di decantare la nobiltà di quella o di quell'altra specie in cui pateticamente cerchiamo similitudini inconsistenti (visto che noi umani tutto siamo, meno che monogami), sarà bene ricordare quale sia l'essenza stessa della vita. Se noi o altri animali siamo fatti così, non è nè un pregio nè un difetto, nè tanto meno un progetto divino, sebbene ci faccia sentire tanto bene crederlo. Siamo fatti così perchè ci siamo evoluti per miliardi d'anni sotto la scure della selezione naturale; trattasi dunque semplicemente del nostro DNA, perchè negarlo o peggio combatterlo? Quanto ad esaltare le nostre qualità amatoriali, cos'è mai il sentimento? Solo perchè Amore lo scriviamo con la A maiuscola allora va idolatrato? La maggior parte degli uccelli è monogama... valgono forse meno di noi perchè non sanno scrivere poesie d'amore con la rima? Quel che conta dunque è comprendere e non idealizzare ciò che ci appartiene, trasformando, in pieno delirio antropocentrico, fenomeni naturali in comportamenti nobili, quando nobili non sono, o peggio miracolando ciò che miracolo non è nè lo sarà mai, se non nella nostra fantasia distorta.
Innanzitutto, la monogamia nel mondo animale è una strategia evolutasi per ottimizzare la riproduzione: avere accanto il proprio patner per tutta la vita assicura la riproduzione tutti gli anni, senza bisogno di andarselo ogni volta a cercare, magari lottando coi rivali, consumando così preziose energie. Poichè tale strategia non è una scelta, ma una mutazione casuale che, in quanto tale, può avvenire solo in alcune specie, questo spiega perchè non tutte hanno adottato questo comportamento. Se non si sono estinte è perchè altri modi di riprodursi altrettanto efficienti hanno consentito il perpetuarsi delle specie (e della molecola di DNA che le rappresenta), sebbene non monogame.
Nelle specie con coppie stabili ovviamente si manifestano fin da subito comportamenti improntati sulla cosiddetta "affettività" e sulla coesione, simili a quelli di alcune coppie umane (e sottolineo, purtroppo, alcune!).
Il grande etologo Konrad Lorenz commosse milioni di lettori quando in un suo libro descrisse il dolore di un'oca selvatica maschio che aveva da poco perso la sua compagna: l'animale mostrava chiari sintomi di depressione e si sarebbe detto, vedendola, che piangesse in continuazione. Ma si sa, coi nostri neuroni specchio ci viene facile suggestionarci quando osserviamo in altre specie comportamenti vagamente antropocentrici, spesso ravvisandoli là dove in realtà non sussistono. Ma amiamo anche ingannarci, non nego che siamo una specie piuttosto complicata.
La maggior parte degli uccelli, dicevo, sono monogami. La cova delle uova e la successiva cura dei pulcini sono infatti impegnative e richiedono la collaborazione di entrambi i genitori; gli sforzi si protraggono praticamente fino alla successiva stagione riproduttiva, per cui non è necessario andarsi a cercare un nuovo partner; esempi particolarmente indicativi sono l’aquila reale ed il cigno selvatico, due specie per le quali la fedeltà coniugale è essenziale e, come accennato poco prima, arriva a livelli tali che, se uno dei partner muore, l’altro ne soffre e può non volere più alcun “sostituto” (quale sommo esempio di amore! Perché noi umani non siamo così?).
La monogamia è tipica anche in moltissime specie di pesci, in particolare nei cavallucci marini dove addirittura il maschio effettua la gravidanza al posto della femmina, e in alcuni invertebrati come i granchi i quali allevano la prole all’interno di tane che devono essere costantemente sorvegliate e pulite.
Nei mammiferi invece, mi spiace per chi si aspettava il contrario, la monogamia è in realtà un'eccezione; coppie stabili si hanno in pochissimi esempi, come fra i lupi e i loro cugini africani, i licaoni, che vivono in branco e stabiliscono rigide gerarchie fra i loro membri: la coppia riproduttiva (maschio e femmina alfa) è fedele tutta la vita: la femmina si occupa della cura dei cuccioli assieme al resto del branco, il maschio e i suoi “sottoposti” vanno a caccia per procurare il cibo.
Il dik dik, una piccola antilope africana, è anch'essa monogama, non perchè migliore degli altri artiodattili e mammiferi, ma perché, dovendo costantemente guardarsi dai predatori ha evoluto casualmente la necessità di avere accanto un partner che assicuri la sorveglianza e poi anche la riproduzione.
E l’uomo? A quanto pare è molto simile al gorilla: regole sociali permettendo, vorrebbe avere un harem con tante femmine, tutte da fecondare e tutte ben propense a lasciarlo fare visto che, come il gorilla, per millenni s'è imposto quale loro maschio dominante, lasciando ad esse la cura dei piccoli mentre lui se ne restava tranquillo a sorvegliarle (o magari nemmeno quello). Solo in caso di pericolo l'istinto lo spinge ad intervenire e, quando lo fa, mette davvero paura (il gorilla, non l'uomo): di fronte a un gorilla maschio in pieno sfoggio d'aggressività, nessun predatore oserebbe sicuramente farsi avanti.
Concludendo questo breve e sicuramente non esaustivo viaggio nel mondo della fedeltà nel regno animale, diciamo solo che il gorilla è senza dubbio migliore di certi maschi umani, i quali, ben lungi dall'utilizzare le facoltà intellettive di cui dovrebbero essere dotati, dopo aver lasciato il proprio contributo cromosomico nel ventre della femmina, ritengono soddisfatto ogni loro compito e spariscono... e a questo punto non ci stupiamo se le nostre femmine son così reticenti ad accoppiarsi col primo che capita. Anche questo comportamento femminile è dettato dall'istinto, evolutosi nel corso di milioni di anni di accoppiamenti sbagliati. E l'istinto si sa, tende a prevalere sulla ragione. Se poi anche la ragione ha pochi assi nella manica, resta da chiedersi: come abbiamo fatto a colmare il pianeta di nostri simili sino a farlo scoppiare?

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