Montlivaltia Fossile Corallo Dito di Mare Esacorallo Mesozoico Giurassico Collezione (3)

Corallo-Dito Marino Fossile solitario mm 49 x 28 x 26 gr 42,1 Montlivaltia induta Invertebrati Bentonici Sessili Celenterati Cnidari Antozoi Esacoralli Preistorici Estinti Mesozoico Cretaceo Collezionismo Paleontologia Museo.

Notevole reperto fossile di Exacorallia Scleractinia Thecosmiliidae del Cretaceo inferiore del Madagascar, campione rappresentativo da collezione di ottima qualità e in perfetto stato di conservazione, con evidenti dettagli superficiali della struttura reticolata rugosa a forma di dito dello Scheletro di aragonite.
Pezzo unico, come in foto.
Si suggerisce la scatolina a questo link per contenerlo ed esporlo.

Montlivaltia è un genere estinto di Coralli duri Cnidari a simmetria bilaterale con scheletro mineralizzato di aragonite appartenenti alla famiglia Thecosmiliidae (rinominata da Montlivaltiidae), che apparve nel Triassico fino all'Era Terziaria.
Questo genere comprende più di 90 specie riconosciute, con riproduzione sia sessuata che asessuata. I loro resti formavano sedimenti marini poco profondi.
Questo corallo solitario era lungo da 2,5 sino a 9 cm, ed era conico o appiattito. La superficie era rugosa con molti setti. I lati esterni erano dentellati o nervati. Conteneva molti setti minori a spina di pesce.

Si sa molto poco sugli esemplari fossili delle Scleractinie Esacoralli, apparsi per la prima volta nel Triassico medio (240 milioni di anni fa). Fu solo 25 milioni di anni dopo che divennero importanti costruttori di barriere coralline, il loro successo probabilmente è il risultato della collaborazione con alghe simbiotiche. Nove sottordini esistevano alla fine del Triassico e altri tre erano apparsi nel Giurassico (200 milioni di anni fa), con un ulteriore sottordine apparso nel Cretaceo medio (100 milioni di anni fa). Alcuni potrebbero essersi sviluppati da un antenato comune, un corallo simile ad un anemone senza scheletro o un corallo rugoso. Un corallo rugoso tetracorallo però sembra un improbabile antenato comune perché questi coralli avevano scheletri di calcite anziché aragonite, e i setti erano disposti in serie anziché ciclicamente. Tuttavia, è possibile che le somiglianze tra gli scleractiniani e i rugosani siano dovute a un antenato comune non scheletrizzato nel Paleozoico inferiore. Sembra che la scheletricogenesi possa essere stata associata allo sviluppo della simbiosi e alla formazione della barriera corallina e potrebbe essersi verificata in più di un'occasione. Il sequenziamento del DNA sembra indicare che i coralli scleractiniani siano un gruppo monofiletico.
I primi scleractiniani non erano costruttori di barriere coralline, ma erano individui piccoli, faceloidi (colonia allungata a forma di tubo) o solitari. I coralli sclerattinici raggiunsero probabilmente la loro massima diversità nel Giurassico e quasi scomparvero nell'evento di estinzione di massa alla fine del Cretaceo, sopravvivendo circa 18 dei 67 generi. Coralli paleozoici recentemente scoperti con scheletri aragonitici e inserzione settale ciclica -due caratteristiche che caratterizzano Scleractinia- hanno rafforzato l'ipotesi di un'origine indipendente degli Scleractinia.

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