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Bison priscus Cranio Osso Fossile Bisonte Steppa Preistorico Megafauna Pleistocene Quaternario Collezione

Prezzo :
144,50
  • Codice Prodotto: F23958
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Descrizione

Provenienza : Olanda (Mar del Nord)

Era Geologica : Pleistocene superiore

Età : 20.000 anni fa

Misura : 532 gr - cm 19 x 16 x 11


Calotta Cranica Osso Fossile Bisonte della Steppa cm 19 x 16 x 11 - gr 532 Bovino Preistorico Bison priscus Megafauna Mammiferi Artiodattili Estinti Pleistocene Quaternario Collezionismo Paleontologia Museo.

Interessante reperto fossile da collezione di discreta qualità, porzione di neurocranio ben conservato, consentendo di osservare la morfologia e la struttura delle trabecole del tessuto osseo spugnoso interno, con evidenti dettagli delle fosse cerebrali. Pezzo unico, come in foto.

Il Bisonte della Steppa (Bison priscus, Bojanus, 1827) è una specie estinta di bisonte preistorico vissuto nel Pleistocene medio-superiore e nella prima parte dell'Olocene, circa 600.000 - 7.500 anni fa, e diffuso dall'Eurasia al Nord America nell'era quaternaria in quelle che un tempo erano le steppe dei Mammut.
Questi bisonti erano alti fino a 2 metri al garrese ed avevano corna lunghe mezzo metro ciascuna. La larghezza del cranio era di oltre un metro e venti. La lunghezza dell'intero animale doveva raggiungere i 2,7 metri, e il peso poteva aggirarsi sui 900 chilogrammi. L'aspetto del bisonte delle steppe doveva ricordare molto quello dell'attuale bisonte americano delle foreste, anche se si differenziava da quest'ultimo a causa di alcune caratteristiche del cranio. Le corna, inoltre, erano molto più larghe nel bisonte delle steppe (circa il doppio delle forme attuali). Rispetto ad altre specie di bisonti estinti un poco più antichi (come Bison menneri), il bisonte delle steppe possedeva spine neurali delle vertebre dorsali molto elevate, ed era quindi presente un'alta gobba simile a quella delle odierne specie di bisonti.
Bison priscus venne descritto per la prima volta da Bojanus nel 1827; numerosi resti fossili di questo bisonte si ritrovano in depositi di gran parte dell'Europa. Si pensa che questi animali si siano evoluti in Asia centrale o meridionale come i loro parenti uri, coi quali sono stati spesso confusi, per poi espandersi in Europa (Inghilterra, Spagna, Italia, Belgio, Germania, Olanda, Romania, Russia, Turchia e Francia). I resti fossili più recenti sono quelli risalenti alla glaciazione wurmiana, e sembra quindi che il bisonte delle steppe si sia estinto durante l'ultima glaciazione. Questa specie raggiunse anche il Giappone e il Nordamerica, continente nel quale entrò grazie al passaggio venutosi a creare tra Siberia e Alaska, circa 15.000 anni fa.
Sembra che Bison priscus sia l'antenato di entrambe le specie di bisonti attuali; diede probabilmente origine al bisonte europeo (Bison bonasus) attraverso una forma europea di dimensioni più ridotte (Bison priscus mediator), mentre la sottospecie gigante di Asia e Nordamerica (Bison priscus gigas) potrebbe essere all'origine del bisonte americano (Bison bison).
Le larghe corna del bisonte delle steppe non permettevano a questo animale di vivere per lungo tempo nei boschi e nelle foreste pleistoceniche, al contrario del suo stretto parente Bison schoetensacki (dotato di corna più piccole). Bison priscus era quindi diffuso nelle steppe e nei terreni aperti dei continenti settentrionali, dove divenne in molti casi il grande erbivoro predominante.
Come per altri grandi mammiferi vissuti nel Pleistocene, anche per il bisonte delle steppe sono stati ritrovati resti eccezionali, sostanzialmente mummificati. Uno dei più famosi esemplari di bisonte delle steppe è stato ritrovato nel 1979 presso una cava in Alaska: alcuni minatori rinvennero la mummia perfettamente conservata di un esemplare maschio di questa specie di bisonti, vissuto 36.000 anni fa: fu chiamato Blue Babe a causa del colore azzurrino, dovuto alla presenza di vivianite, un fosfato idrato di ferro di colore blu. Quando fu trovato, era in così buono stato che una porzione della carne del collo fu cucinata ed assaggiata dagli studiosi dell'università dell'Alaska (Guthrie, 1989).
Nel 2011, fu ritrovata una seconda mummia di Bison priscus, datata a 9.300 anni fa, dallo Yukagir, in Siberia.
I dati sovrapposti dei sedimenti di latitudine artica e dei pollini contenuti nello stomaco di Bison priscus indicano che questo animale era un brucatore selettivo in un ambiente dominato da arbusti e vegetazione forestale di tundra.
Sembra che il bisonte delle steppe sia stato più volte ritratto dai primi artisti paleolitici durante la glaciazione wurmiana, ad esempio nelle famose pitture rupestri di Altamira in Spagna o nella scultura d'avorio ritrovata a Vogelherd in Germania. Non è chiaro se la caccia da parte dell'uomo contribuì in maniera significativa all'estinzione di questo animale che venne così rimpiazzato dal bisonte europeo in Europa e dal bisonte americano in Nord America.

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