Vulcani da conservare in provetta
Fiumi di lava, lapilli e bombe vulcaniche; colate piroclastiche, paesaggi lunari, temperature incandescenti e terremoti. Sconvolgimenti catastrofici e nubi di cenere in grado di cambiare il clima e le condizioni di vita su scala planetaria. A tutto questo e a molto altro fanno pensare i vulcani: rilievi montuosi peculiari caratterizzati da crateri, simili a quelli lasciati dalle meteoriti, che nel mondo incutono paure ancestrali, ma che affascinano inevitabilmente lo spettatore.
Sono circa 1500 i vulcani ancora attivi. Da un lato all’altro del pianeta, essi rappresentano la prova più tangente dell’attività incessante e potentissima che anima il sottosuolo terrestre. E definisce la Terra come un pianeta geologicamente ancora attivo.
Vulcani spenti o diventati, nel corso dei millenni, rigogliose isole in mezzo al mare o splendidi bacini lacustri. Alcuni sono ancora lì sotto i nostri occhi, appena intaccati ed erosi dagli agenti atmosferici sempre all’opera (al contrario di quanto avviene sulla Luna), altri più antichi, invece, cancellati per sempre ed inghiottiti dalle dorsali oceaniche che tutto rimodellano e riciclano.
Ti sei mai chiesto quale sia il destino di quel materiale incandescente che fuoriesce dai vulcani quando eruttano?
Le eruzioni dei vulcani sono caratterizzate spesso da violente esplosioni, dovute alla presenza dei gas contenuti nel magma che fuoriesce. A seguito di queste esplosioni, vengono proiettati in aria materiali misti di cenere, lava vulcanica e rocce. Ma dove finiscono queste manifestazioni della potenza vulcanica?
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Vulcani ed eruzioni: una storia lunga millenni
Fin dall’antichità, le eruzioni vulcaniche sono state oggetto dell’attenzione, dei timori e della curiosità degli uomini. Infatti, dietro le eruzioni vulcaniche si leggevano oscuri presagi o messaggi divini tanto da aver portato spesso a identificare i vulcani con le divinità stesse.
Eruzioni che nel corso dei secoli hanno lasciato dietro di sé notevoli distruzioni, ma anche spettacolari tracce che la lava ha preservato.
La letteratura di ogni popolo porta con sé il ricordo di almeno un’eruzione vulcanica. Quella Occidentale in particolare, dall’antica Grecia a quella dei Romani, porta nelle proprie pagine la cronaca di questi eventi che testimoniano la potenza della natura e dei vulcani. Su tutti, l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che ha intrappolato Pompei in una macabra cartolina indelebile, facendo emergere fino ai nostri tempi un esempio inarrivabile, per numero di reperti e architetture lasciate intatte e conservate dalla lava vulcanica.
L’importanza dei vulcani per la scienza
Solo la modernità ha, però, restituito alla sua dignità scientifica i materiali vulcanici, facendoli uscire da quella cronaca tipica dell’antichità, dove realtà e credulità popolare si mischiavano, lasciando poco spazio allo studio obiettivo dei fenomeni naturali.
Ciò che in passato è stato descritto come bombe di fuoco, lingue di fuoco, frecce fiammeggianti e tutto ciò che la fervida creatività dell’uomo è riuscita a partorire, è in realtà materiale piroplastico.
Lapilli e ceneri scagliate in aria assieme a rocce
Ogni parte del mondo, perché il mondo è, da un confine all’altro, sede di numerosi vulcani, restituisce ogni anno un’enorme quantità di reperti legati all’attività di ciò che sta al di sotto della crosta terrestre. Per quanti vulcani si possano considerare spenti o dormienti, ce ne sono altrettanti, magari nascosti negli abissi oceanici a pochi passi da casa nostra, in piena e continua attività, che, seppure in maniera diversa, regalano una ricca quantità di materiali, solidi o gassosi. Emissioni che, all’alba del nostro pianeta, diedero origine alle prime forme di vita e che tutt’ora mantengono ecosistemi impensabili da poco scoperti dall”uomo sul fondo degli oceani, lontani da ogni approvvigionamento energetico di natura solare: i cosiddetti camini idrotermali sottomarini.
Ma i vulcani non sono solo mirabili spettacoli della natura per gli occhi di chi guarda. Alla lava vulcanica, alla cenere mista a roccia e lava e alle cosiddette bombe vulcaniche, si devono reperti di notevole bellezza nati dalla solidificazione della lava stessa che, una volta raffreddata, assume forme capaci di regalare un ricordo di eventi che in natura restano unici. Uno di questi tipici esempi è l’ossidiana, sia grezza che lavorata dagli uomini primitivi per farne punte di frecce e di lance. Ma conosciuta anche dai popoli attuali, come le famose lacrime d’Apache, o nelle forme più svariate in uso nella cristalloterapia e in bigiotteria.
Un vulcano a casa tua
I campioni di cenere pomice, lava e rocce sono confezionati all’interno di provette che ne conservano intatto l’aspetto e le principali qualità.
Ceneri e lave provenienti dai vulcani di ogni parte del mondo ti porteranno in un ideale viaggio in ogni angolo del pianeta.
Come il vulcano Grímsvötn, eruttato in Islanda nel 2011 e di cui puoi trovare diverso materiale. Potrai trovare una bomba lavica proveniente dal vulcano hawaiano Kilauea. Oppure potrai spostarti, in questo viaggio attorno ai vulcani, lungo le coste cilene, in particolare lungo la fascia denominata South Volcanic Zone da cui provengono le ceneri eruttate dal vulcano Cerro Azur, nel 1967.
Ma ancora tanti vulcani potranno affascinarti con le loro interessantissime schede-descrittive, come il famosi vulcani Eyjafjöl (Islanda), Fujiyama (Giappone), Pinatubo (Filippine), Sant Augustine (Alaska), St. Helens (Washington), Tavurvur Papua), Puyehue (Cile), Taranaki (N. Zelanda), ecc.
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