Le migrazioni animali, un incredibile fenomeno biologico

Il piccolo uccellino si dibatte affannosamente nella gabbia (ahimè); è irrequieto, non distingue il giorno dalla notte, è insonne; molto agitato, sbatte freneticamente le ali contro le sbarre, in una direzione precisa. Perché?
La spiegazione si trova nei suoi geni: è un pettirosso, programmato per migrare.

Un implacabile meccanismo biologico è responsabile di questa “inquietudine premigratoria”- termine utilizzato dagli etologi, gli studiosi del comportamento animale- che pervade la mente e i corpi degli uccelli migratori, per prepararli al viaggio verso mete specifiche, e quindi farli ritornare al luogo di partenza.

Questo innato automatismo biologico provoca, in alcuni passeriformi, diversi comportamenti, utili alla loro sopravvivenza durante i lunghi itinerari; per esempio, migrare di notte, possono evitare attacchi da parte dei predatori, come falchi e gufi; viaggiando in grandi e fitti stormi di migliaia d’individui, il gruppo, anche aiutato da particolari strida di volo, rimane coeso, e trae vantaggio da un migliore assetto aerodinamico.

 

Ma qual è il fattore che, nel loro cranio, attiva il cervello dei volatili e che li fa partire per il loro viaggio di andata e ritorno? Gi studiosi ci dicono che, a dettare l’impulso migratorio, è l’astro per eccellenza: il Sole. La durata delle ore di luce e di buio provoca, nel cervello degli animali, reazioni neuronali che danno il segnale di “via”, sia per il viaggio di andata – definito post- nuziale – sia per quello di ritorno, chiamato pre-nuziale.

Non solo Uccelli

Gli Uccelli non sono gli unici animali che migrano: Rettili, Anfibi, Pesci, Insetti, presentano questo fenomeno, e anche i Mammiferi, incluso l’uomo.

Rettili

Diverse specie di questo gruppo compiono rilevanti spostamenti. Per esempio, Crocodylus porosus, il coccodrillo marino, che è il più grande predatore terrestre -può pesare più di 1000 kg e superare i sette metri di lunghezza– percorre distanze notevoli in mare (sono state documentate migrazioni di singoli esemplari fino a più di 600 chilometri coperti in 20-30 giorni) per raggiungere coste o isole, e trovare il cibo di cui si nutre.

Anfibi

Un fattore limitante la vita degli anfibi è la disponibilità di acqua, e in genere le loro migrazioni sono spostamenti alla ricerca di questo elemento, indispensabile alla loro sopravvivenza e riproduzione; di solito le migrazioni di rane, rospi e altri anfibi riguardano distanze relativamente brevi, e sono vincolate alla possibilità di reperire, durante il viaggio, fonti di acqua per umidificare la pelle, organo indispensabile alla loro respirazione.

Pesci

Per molte specie di squali e pesci ossei, come ad esempio i salmonidi, migrare significa ritornare nei luoghi di riproduzione; Rhinoptera bonasus, una razza dei Caraibi dal pungiglione velenoso e affilato come un rasoio, si sposta due volte l’anno: verso la Florida in primavera e in direzione dello Yucatan in autunno, muovendosi in grandi banchi di migliaia d’individui, e nuotando vicino alla superficie.

Insetti

Le grandi e robuste ali di Lepidotteri, Ortotteri, Odonati e Coleotteri, permettono loro di compiere vere e proprie migrazioni. La farfalla monarca del Nord America, Danaus plexippus, al sopraggiungere della stagione fredda si sposta in grandi sciami; dalle regioni settentrionali degli Stati Uniti e da quelle meridionali del Canada verso la California e il Messico per svernare, percorrendo anche 4000 chilometri.

A volte le migrazioni degli insetti sono sorprendenti: la libellula Pantala flavescens, detta “freccia errante”. Essa è diffusa in ogni angolo del pianeta tranne in Antartide, percorre ogni anno fino a 18.000 chilometri, dall’India all’Africa e ritorno!

Mammiferi

Spostamenti periodici vengono compiuti principalmente dagli erbivori di grandi dimensioni. Per esempio, in Africa, mandrie di gnu striati, Connochaetes taurinus, ogni anno compiono una migrazione ciclica, e raggiungono le loro mete anche guadando fiumi di una certa portata; gli elefanti, Loxodonta africana, si spostano attraverso i territori meridionali del continente alla ricerca di cibo, contribuendo anche alla diffusione delle specie vegetali delle quali si sono nutriti durante il cammino: i semi, espulsi intatti con gli escrementi,  possono germogliare usufruendo anche di un ottimo fertilizzante naturale!

Negli oceani i grandi cetacei migrano alla ricerca di krill (piccoli crostacei del genere Euphausiacea), di cui si nutrono, coprendo distanze notevoli; si è calcolato che un esemplare di balena grigia possa “viaggiare”, nella sua vita, per più di 800.000 km!

 

Noi, esseri umani, migranti da sempre

Migrare per l’evouzione

Le migrazioni sono un importante elemento nell’evoluzione della specie.

Migrare è un esempio di capacità di adattamento a mutate condizioni ambientali, e dimostra la flessibilità degli organismi animali. La migrazione è funzionale alla ricerca di nuovi territori che possano garantire la disponibilità di risorse; possiamo definire il fenomeno migratorio come una strategia per la sopravvivenza.

Noi, esseri umani, siamo da sempre animali migratori, e il nostro successo come specie è dovuto in gran parte alla nostra capacità di migrare. Le specie umane che hanno abitato la terra negli ultimi sei milioni di anni si sono dapprima spostate all’interno della terra d’origine, l’Africa; poi alla comparsa del genere Homo, hanno iniziato una serie di migrazioni fuori dall’Africa, per colonizzare, in due milioni di anni, tutti i continenti, tranne l’Antartide.

 

Vieni sul nostro sito: troverai tanti animali migratori come oche e anatre, farfalle, libellule e molti altri esemplari di “viaggiatori” per arricchire le tue collezioni.

Potrai anche avere maggiori informazioni sulla biologia degli animali nella sezione Libri e testi scientifici e trovare notizie curiose e interessanti approfondimenti scientifici in Articoli e rubriche e

Notizie e curiosità!

Copyright © 2019. L'arca di Noè, P.IVA 06999231001 - Privacy Policy - Powered by Proteina CReativa