Folgoriti: i Fulmini Pietrificati Naturali e quelli di Hiroshima e Nagasaki
Folgorite: una strana Pietra formata dal Fulmine
Cosa hanno in comune i Fulmini che ammiriamo con stupore durante un temporale e le esplosioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki? Seguiteci un attimo e sveleremo il mistero.
Avete mai sentito parlare di Folgorite? Ebbene sì, stiamo parlando proprio di Fulmini Pietrificati!
Ma com’è possibile che una scarica elettrica come quella di un Fulmine, che dura solo pochi secondi, possa restare bloccata nel tempo, “pietrificata” per sempre formando le Folgoriti, queste strane Pietre dal nome ancor più strano? Proviamo a pensare alle nostre impronte sulla sabbia quando camminiamo d’estate in riva al mare… qualche indizio in più? Proviamo a rispondere.
Fulmini e Fossili: un destino comune
Proviamo a pensare ai Fossili. Cosa sono in realtà? Nient’altro che le tracce, i resti, spesso parziali, di quanto ci rimane di animali o piante, la cui durata in vita era sì più lunga di quella di un Fulmine, ma anche loro, morendo, erano destinati a scomparire per sempre, se la Natura, o meglio la Geologia, non ci avesse messo lo zampino.
Ebbene, anche i fulmini possono incorrere nel medesimo destino di… “Fossilizzazione” formando queste pietre particolari: le Folgoriti. Eventi rarissimi, proprio come per un animale di restare fossilizzato dopo la propria morte, anzichè decomporsi completamente, ma può capitare, in particolari condizioni favorevoli.
Similmente, quindi, anche i Fulmini possono lasciare traccia di sè, dopo essersi dissipati totalmente nell’atmosfera e nel terreno.
Folgoriti: le Impronte dei Fulmini
La Folgorite, o Fulmine pietrificato, non è altro che una rarissima impronta sul terreno prodotta dall’energia rilasciata da un Fulmine durante il suo passaggio.
La Folgorite o Fulgurite in inglese (dal latino Fulgur = folgore) si presenta come un ammasso vetroso, di forma tubulare e vuoto al proprio interno, prodotto dall’energia rilasciata da un Fulmine su un terreno sabbioso ricco di quarzo.
Il calore sviluppato dalla scarica elettrica fonde la sabbia silicea contenente quarzo, dando così origine alla Folgorite.
Il minerale vetroso risultante, chiamato Lechatelierite, è di tipo amorfo e in genere classificato come mineraloide. La Lechatelierite può formarsi più raramente anche in seguito ad altri eventi come l‘impatto di meteore o esplosioni vulcaniche, in cui le temperature sviluppate sono sufficientemente alte da fondere la silice.
Una Folgorite ha un diametro tipico che può variare da qualche millimetro a pochi centimetri, ed una lunghezza che va da qualche centimetro ad alcuni metri.
Il colore, generalmente grigiastro o rossastro, tipico della Folgorite, è dovuto alle numerose impurità presenti nella sabbia e che restano inglobate all’interno del vetro.
Dato che il Fulmine sviluppa un’elevatissima temperatura, questa altera profondamente lo stato molecolare, dando origine alla formazione di nuovi minerali in seguito ad un riassetto delle molecole costituenti il minerale colpito. La sabbia contenente quarzo (SiO2) subisce facilmente questa alterazione.
Occasionalmente, una Folgorite può formare uno strato vetrificato sulla superficie di una roccia a base di quarzo. In questo caso viene anche chiamata Folgorite esogenica.
Le Folgoriti più famose
Il ritrovamento di Folgoriti è un evento estremamente raro, in quanto si tratta di oggetti estremamente fragili e quindi scarsamente conservabili in natura.
Una delle più grandi è stata ritrovata a South Amboy, nello stato del New Jersey, negli USA. Era lunga poco più di 270 cm e con un diametro di 7,6 cm nella parte verso la superficie del terreno; la punta poi si assottigliava fino a 5 mm nel punto più profondo. Come spesso accade, data la natura fragile delle Folgoriti, che tendono a spezzarsi e sbriciolarsi quando si tenta di rimuoverle dal terreno circostante, gli studiosi non furono in grado di estrarla intera, e il frammento più grande recuperato è lungo appena 15,2 cm.
Ritrovamenti frequenti si hanno sul Monte Thielsen, nell’Oregon, che, a causa della frequenza dei Fulmini che lo colpiscono, viene chiamato il parafulmine della Catena delle Cascate. Qui le Folgoriti assumono l’aspetto di uno strato vetroso bruno-verdastro sulla superficie delle rocce.
La più grande Folgorite conservata integra si trova al Museo di Storia Naturale Peabody presso l’Università Yale: proviene dalle sponde del lago Congammond nel Connecticut, ed è lunga 4 metri. Un’altra Folgorite eccezionale che in complesso è lunga 3 metri è esposta al Museo di Storia Naturale di Londra; è tuttavia conservata in spezzoni lunghi 50 cm.
Trinitite, la Folgorite… atomica!
Oltre alle Folgoriti prodotte dai Fulmini, ci sono anche le Folgoriti prodotte dall’uomo, chiamate Trinititi o Atomiti. Nome che, com’è facile intuire, non promette nulla di buono.
Sono infatti i residui vetrosi che si sono formati nel deserto di Alamogordo, nel Nuovo Messico, in seguito al Test Nucleare chiamato Trinity, con l’esplosione della prima Bomba Atomica basata sul plutonio, avvenuta il 16 Luglio 1945. La bomba era dello stesso tipo di quella utilizzata per distruggere appena un paio di settimane dopo la città giapponese di Nagasaki, e concepita in modo completamente diverso dalla bomba che distrusse il 6 Agosto del 1945 la città di Hiroshima, che era invece all’uranio.
Ma evitando i commenti su questa e altre parti della nostra storia che riguardano trattazioni lontane da questo blog, torniamo alle nostre Trinititi. Queste sono in genere di colore verde chiaro, anche se alcuni frammenti sono nerastri perchè contenenti il ferro della torre metallica che sorreggeva l’ordigno. Altri invece sono rossi, in quanto contenenti il rame dei cavi e della bomba stessa. Insomma, ce ne sono per tutti i gusti, ed ovviamente anche radioattivi: quando l’uomo si mette in competizione con madre Natura, l’impegno è garantito.
Meglio una Folgorite oggi che una Trinitite domani
Se vi mettete a caccia di Trinitite per la vostra Collezione, fate molta attenzione, perchè è illegale raccogliere il materiale restante sul sito dell’esplosione. I pezzi autentici che circolano nel mondo sono infatti molto rari, in quanto sono solo quelli raccolti precedentemente al divieto. In compenso però, sono stati creati molti falsi, con un procedimento che permette di far assumere al silicio un colorito simile alle originali; in più li rende anche leggermente radioattivi. Tuttavia, solo quelli provenienti da una vera esplosione nucleare presentano un determinato isotopo non presente negli altri; ma poichè è difficile identificarli ad un semplice esame, il rischio di acquistare un falso è molto probabile.
Quindi conviene forse arricchire la vostra bella Collezione di Minerali o Curiosità scientifiche con una bella Folgorite che trovate anche in vendita sul nostro sito, creata da qualche bel portentoso Fulmine in maniera del tutto naturale.
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